Italian: Giovanni Diodati Bible (1649) 1OR la fame era grave nel paese.
2E, dopo ch’essi ebber finito di mangiare il grano che aveano portato di Egitto, il padre loro disse loro: Tornate a comperarci un poco di vittuaglia.
3E Giuda gli disse: Quell’uomo ci ha espressamente protestato, e detto: Voi non vedrete la mia faccia, che il vostro fratello non sia con voi.
4Se tu mandi il nostro fratello con noi, noi scenderemo, e ti compreremo della vittuaglia.
5Ma, se pur tu non vel mandi, noi non iscenderemo; perciocchè quell’uomo ci ha detto: Voi non vedrete la mia faccia, che il vostro fratello non sia con voi.
6E Israele disse: Perchè mi avete voi fatto questa offesa, di dichiarare a quell’uomo che avevate ancora un fratello?
7Ed essi dissero: Quell’uomo ci domandò partitamente di noi, e del nostro parentado, dicendo: Il padre vostro vive egli ancora? avete voi alcun altro fratello? E noi gliene demmo contezza, secondo quelle parole; potevamo noi in alcun modo sapere ch’egli direbbe: Fate venire il vostro fratello?
8E Giuda disse a Israele, suo padre: Lascia venire il giovane meco, e noi ci leveremo, e andremo, e viveremo, e non morremo, e noi, e tu, e le nostre famiglie.
9Io te lo sicuro; ridomandalo dalla mia mano; se io non tel riconduco, e non tel rappresento, io sarò colpevole inverso te in perpetuo.
10Che se non ci fossimo indugiati, certo ora saremmo già ritornati due volte. 11E Israele, lor padre, disse loro: Se pur qui così bisogna fare, fate questo: Prendete delle più isquisite cose di questo paese nelle vostre sacca, e portatene un presente a quell’uomo; un poco di balsamo, e un poco di mele, e degli aromati, e della mirra, e de’ pinocchi, e delle mandorle. 12E pigliate in mano danari al doppio; riportate eziandio i danari che vi furono rimessi alla bocca de’ vostri sacchi; forse fu errore. 13E prendete il vostro fratello, e levatevi e ritornate a quell’uomo. 14E facciavi l’Iddio Onnipotente trovar pietà appo quell’uomo, sì ch’egli vi rilasci il vostro altro fratello, e Beniamino; e se pure io sarò orbato di figliuoli, sialo. 15Quegli uomini adunque presero quel presente; presero eziandio danari al doppio, e Beniamino; e, levatisi, scesero in Egitto, e si presentarono davanti a Giuseppe. 16E Giuseppe, veggendo Beniamino con loro, disse al suo mastro di casa: Mena questi uomini dentro alla casa, e ammazza delle carni e apparecchiale; perciocchè questi uomini mangeranno meco a meriggio. 17E colui fece come Giuseppe avea detto, e menò quegli uomini dentro alla casa di Giuseppe. 18E quegli uomini temettero, perciocchè erano menati dentro alla casa di Giuseppe, e dissero: Noi siamo menati qua entro per que’ danari che ci furono tornati ne’ nostri sacchi la prima volta; acciocchè egli si rivolti addosso a noi, e si avventi contro a noi, e ci prenda per servi, insieme co’ nostri asini. 19E accostatisi al mastro di casa di Giuseppe, gli parlarono in su l’entrata della casa. 20E dissero: Ahi, signor mio! certo da principio noi scendemmo per comperar della vittuaglia. 21Or avvenne, come fummo giunti all’albergo, che, aprendo i nostri sacchi, ecco, i danari di ciascun di noi erano alla bocca del suo sacco; i nostri danari vi erano appunto secondo il lor peso; e noi li abbiamo riportati con noi. 22Abbiamo, oltre a ciò, portati nelle nostre mani altri danari per comperar della vittuaglia; noi non sappiamo chi mettesse i nostri danari ne’ nostri sacchi. 23Ed egli disse loro: Datevi pace; non temiate; l’Iddio vostro, e l’Iddio del padre vostro, ha messo un tesoro ne’ vostri sacchi; i vostri danari mi vennero in mano. 24Poi trasse lor fuori Simeone. E, menatili dentro alla casa di Giuseppe, fece portar dell’acqua, ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede della pastura ai loro asini. 25E aspettando che Giuseppe venisse a meriggio, essi apparecchiarono quel presente; perciocchè aveano inteso che resterebbero quivi a mangiare. 26E quando Giuseppe fu venuto in casa, essi gli porsero quel presente che aveano in mano, dentro alla casa; e gli s’inchinarono fino in terra. 27E egli li domandò del lor bene stare, e disse: Il padre vostro, quel vecchio di cui mi parlaste, sta egli bene? vive egli ancora? 28Ed essi dissero: Nostro padre, tuo servitore, sta bene; egli vive ancora. E s’inchinarono, e gli fecero riverenza. 29E Giuseppe alzò gli occhi, e vide Beniamino, suo fratello, figliuol di sua madre, e disse: È costui il vostro fratel minore, del qual mi parlaste? Poi disse: Iddio ti sia favorevole, figliuol mio. 30E Giuseppe si ritrasse prestamente; perciocchè le sue viscere si riscaldavano inverso il suo fratello; e cercando luogo per piangere, se n’entrò nella cameretta, e quivi pianse. 31Poi, lavatosi il viso, uscì fuori, e si fece forza, e disse: Recate le vivande. 32Furono adunque recate le vivande a lui da parte, a loro da parte, e agli Egizj che mangiavano con lui da parte; conciossiachè gli Egizj non possano mangiare con gli Ebrei; perciocchè ciò è cosa abbominevole agli Egizj. 33Essi adunque si posero a sedere nel suo cospetto, il primogenito, secondo l’ordine suo di primogenito; e il minore, secondo l’ordine della sua età minore; e quegli uomini, maravigliandosi, si riguardavano l’un l’altro. 34Ed egli prese de’ messi delle vivande d’appresso a sè, e le mandò loro; e la parte di Beniamino fu cinque volte maggiore di quella di qualunque altro di loro. Ed essi bevvero, e goderono con lui. |