Luca 22
Italian: Giovanni Diodati Bible (1649)
1OR la festa degli azzimi, detta la pasqua, si avvicinava. 2E i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano come lo farebbero morire, perciocchè temevano il popolo.

3Or Satana entrò in Giuda, detto per soprannome Iscariot, il quale era del numero de’ dodici. 4Ed egli andò, e ragionò co’ principali sacerdoti, e co’ capitani, come egli lo metterebbe loro nelle mani. 5Ed essi se ne rallegrarono, e patteggiarono con lui di dargli danari. 6Ed egli promise di darglielo nelle mani; e cercava opportunità di farlo senza tumulto.

7OR venne il giorno degli azzimi, nel qual conveniva sacrificar la pasqua. 8E Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: Andate, apparecchiateci la pasqua, acciocchè la mangiamo. 9Ed essi gli dissero: Ove vuoi che l’apparecchiamo? 10Ed egli disse loro: Ecco, quando sarete entrati nella città, voi scontrerete un uomo, portando un testo pien d’acqua; seguitatelo nella casa ov’egli entrerà. 11E dite al padron della casa: Il Maestro ti manda a dire: Ov’è la stanza, nella quale io mangerò la pasqua co’ miei discepoli? 12Ed esso vi mostrerà una gran sala acconcia; quivi apparecchiate la pasqua. 13Essi dunque, andati, trovaron come egli avea lor detto, ed apparecchiaron la pasqua.

14E quando l’ora fu venuta, egli si mise a tavola, co’ dodici apostoli. 15Ed egli disse loro: Io ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, innanzi che io soffra. 16Perciocchè io vi dico che non ne mangerò più, finchè tutto sia compiuto nel regno di Dio. 17Ed avendo preso il calice, rendè grazie, e disse: Prendete questo calice, e distribuitelo tra voi; 18perciocchè, io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finchè il regno di Dio sia venuto. 19Poi, avendo preso il pane, rendè grazie, e lo ruppe, e lo diede loro, dicendo: Quest’è il mio corpo, il quale è dato per voi; fate questo in rammemorazione di me. 20Parimente ancora, dopo aver cenato, diede loro il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi. 21Nel rimanente, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola. 22E il Figliuol dell’uomo certo se ne va, secondo ch’è determinato; ma, guai a quell’uomo per cui egli è tradito! 23Ed essi cominciarono a domandarsi gli uni gli altri, chi fosse pur quel di loro che farebbe ciò.

24OR nacque ancora fra loro una contesa, chi di loro paresse che fosse il maggiore. 25Ma egli disse loro: I re delle genti le signoreggiano, e coloro che hanno podestà sopra esse son chiamati benefattori. 26Ma non già così voi; anzi, il maggiore fra voi sia come il minore, e quel che regge come quel che ministra. 27Perciocchè, quale è il maggiore, colui ch’è a tavola, o pur colui che serve? non è egli colui ch’è a tavola? or io sono in mezzo di voi come colui che serve.

28Or voi siete quelli che siete perseverati meco nelle mie tentazioni. 29Ed io altresì vi dispongo il regno, siccome il Padre mio me l’ha disposto; 30acciocchè voi mangiate, e beviate, alla mia tavola, nel mio regno; e sediate sopra de’ troni, giudicando le dodici tribù d’Israele.

31IL Signore disse ancora: Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di vagliarvi, come si vaglia il grano. 32Ma io ho pregato per te, acciocchè la tua fede non venga meno; e tu, quando un giorno sarai convertito, conferma i tuoi fratelli. 33Ma egli disse: Signore, io son presto ad andar teco, e in prigione, ed alla morte. 34Ma Gesù disse: Pietro, io ti dico che il gallo non canterà oggi, prima che tu non abbi negato tre volte di conoscermi.

35POI disse loro: Quando io vi ho mandati senza borsa, e senza tasca, e senza scarpe, avete voi avuto mancamento di cosa alcuna? Ed essi dissero: Di niuna. 36Disse loro adunque: Ma ora, chi ha una borsa tolgala; parimente ancora una tasca; e chi non ne ha venda la sua vesta, e comperi una spada. 37Perciocchè, io vi dico che conviene che eziandio questo ch’è scritto sia adempiuto in me: Ed egli è stato annoverato fra i malfattori. Perciocchè le cose, che sono scritte di me, hanno il lor compimento. 38Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ed egli disse loro: Basta.

39POI, essendo uscito, andò, secondo la sua usanza, al monte degli Ulivi; e i suoi discepoli lo seguitavano anch’essi. 40E giunto al luogo, disse loro: Orate, che non entriate in tentazione. 41Allora egli fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra; 42e postosi in ginocchioni, orava, dicendo: Padre, oh! volessi tu trasportar da me questo calice! ma pure, non la mia volontà, me la tua sia fatta. 43Ed un angelo gli apparve dal cielo confortandolo. 44Ed egli, essendo in agonia, orava vie più intentamente; e il suo sudore divenne simile a grumoli di sangue, che cadevano in terra. 45Poi, levatosi dall’orazione, venne ai suoi discepoli, e trovò che dormivano di tristizia. 46E disse loro: Perchè dormite? levatevi, ed orate, che non entriate in tentazione.

47ORA, mentre egli parlava ancora, ecco una turba; e colui che si chiamava Giuda, uno de’ dodici, andava davanti a loro, e si accostò a Gesù per baciarlo; perciocchè egli avea loro dato questo segno: Colui chi io bacerò è desso. 48E Gesù gli disse: Giuda, tradisci tu il Figliuol dell’uomo con un bacio? 49E coloro ch’erano della compagnia di Gesù, veggendo che cosa era per avvenire, dissero: Signore, percoteremo noi con la spada? 50Ed un certo di loro percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l’orecchio destro. 51Ma Gesù fece lor motto, e disse: Lasciate, basta! E, toccato l’orecchio di colui, lo guarì. 52E Gesù disse a’ principali sacerdoti, ed a’ capi del tempio, ed agli anziani, che eran venuti contro a lui: Voi siete usciti contro a me con ispade, e con aste, come contro ad un ladrone. 53Mentre io era con voi tuttodì nel tempio, voi non metteste mai le mani sopra me; ma quest’è l’ora vostra, e la podestà delle tenebre.

54ED essi lo presero, e lo menarono, e lo condussero dentro alla casa del sommo sacerdote; e Pietro lo seguitava da lungi. 55Ed avendo essi acceso del fuoco in mezzo della corte, ed essendosi posti a sedere insieme, Pietro si sedette nel mezzo di loro. 56Or una certa fanticella, vedutolo seder presso del fuoco, e guardatolo fiso, disse: Anche costui era con lui. 57Ma egli lo rinnegò, dicendo: Donna, io nol conosco. 58E, poco appresso, un altro, vedutolo, gli disse: Anche tu sei di quelli. Ma Pietro disse: O uomo, non sono. 59E, infraposto lo spazio quasi d’un’ora, un certo altro affermava lo stesso, dicendo: In verità, anche costui era con lui; perciocchè egli è Galileo. 60Ma Pietro disse: O uomo, io non so quel che tu dici. E subito, parlando egli ancora, il gallo cantò. 61E il Signore, rivoltosi, riguardò Pietro. E Pietro si rammentò la parola del Signore, come egli gli avea detto: Avanti che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. 62E Pietro se ne uscì, e pianse amaramente.

63E COLORO che tenevano Gesù lo schernivano, percotendolo. 64E velatigli gli occhi, lo percotevano in su la faccia; e lo domandavano, dicendo: Indovina chi è colui che ti ha percosso. 65Molte altre cose ancora dicevano contro a lui, bestemmiando.

66Poi, come fu giorno, gli anziani del popolo, i principali sacerdoti, e gli Scribi, si raunarono, e lo menarono nel lor concistoro. 67E gli dissero: Sei tu il Cristo? diccelo. Ed egli disse loro: Benchè io vel dica, voi nol crederete. 68E se altresì io vi fo qualche domanda, voi non mi risponderete, e non mi lascerete andare. 69Da ora innanzi il Figliuol dell’uomo sederà alla destra della potenza di Dio. 70E tutti dissero: Sei tu adunque il Figliuol di Dio? Ed egli disse loro: Voi lo dite, perciocchè io lo sono. 71Ed essi dissero: Che abbiam più bisogno di testimonianza? poichè noi stessi l’abbiamo udito dalla sua propria bocca.



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